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La crisi economica

La crisi economica

La crisi economica è attualmente tra le cause principali della depressione

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E' questo il quadro che emerge da un recente studio condotto da "Telefono Amico" in collaborazione con il Laboratorio di Statistica applicata alle decisioni economico-aziendali dell'Università Cattolica. I dati sono stati analizzati in un articolo del professor Alessandro Rosina, docente di Demografia alla facoltà di Economia e dirigente del Laboratorio suddetto presso l'università romana. Telefono Amico è il servizio di ascolto tra i più importanti in Italia, attivo dal 1967, che attraverso circa 700 volontari offre sostegno psicologico. Il primo dato importante che emerge dalla ricerca è l'incremento delle telefonate giunte al servizio di volontariato, nel 2011 sono aumentate del 6,7% rispetto al 2009 per un totale di 107 mila chiamate.

La crescita è stimata tenendo conto tanto delle telefonate in cui il chiamante è rimasto in silenzio chiudendo la comunicazione che di quelle valide pari al 51,5% del totale. Ci sono parametri che analizzati hanno confermato l'elemento chiave di questa ricerca ovvero che la crisi economica ha reso emotivamente fragili gli individui. La diminuzione di opportunità lavorative e la perdita del lavoro sono fatti che non pesano soltanto sull'economia individuale e familiare. L'incertezza del futuro, e persino del presente, blocca psicologicamente. L'individuo si pone in un atteggiamento di difesa, isolandosi e rifiutando di conseguenza l'aiuto delle persone più vicine. Qual è la carta d'identità di chi si è rivolto a "Telefono Amico"?

La ricerca rileva che per il 70% sono uomini, per il 55% questi sono compresi in una fascia di età che va dai 35 ai 55 anni. Sono dati illuminanti nella ricerca perché individuano che a rivolgersi in prevalenza al centro di ascolto è la figura di maschio lavoratore adulto, considerata l'asse principale del sistema di produzione italiano. Carenti le informazioni relative al tipo di professione svolto dall'appellante tipo. Numerosi sono i disoccupati, su quattro chiamanti, uno non trova o ha perso il lavoro. Il 41% ha un lavoro, un terzo risulta lavoratore in proprio. I pensionati che si sono rivolti a "Telefono Amico" sono pari al 35%. Percentuali più basse sono state raccolte per studenti e altre categorie. L'insieme stabilisce che a rivolgersi all'associazione sono stati uomini con difficoltà occupazionali. Quest'ultimo aspetto è avvalorato dal contenuto delle conversazioni telefoniche. In passato chi chiamava lamentava in numero maggiore problematiche di tipo sentimentale e sessuale.

Dalla ricerca presentata dal professor Rosina, si evidenzia che adesso è aumentato il numero di telefonate classificabili in "problema indefinito" che indica un disagio emotivo legato alla difficoltà generale di un controllo sulla propria vita. In crescita, dal 3,4 al 5,4%, le chiamate legate a episodi di depressione provenienti più da donne e inoccupati.

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